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Dopo la svolta autoritaria del ventennio fascista, che impose alle istituzioni un deciso centralismo - dissolvendo nell'unicità del potere il pluralismo dei corpi intermedi -, la Costituzione italiana cercò di favorire la nascita di una classe politica più ampia possibile, prevedendo ad esempio il ricambio nella titolarità delle cariche. Ma le cose andarono diversamente: le candidature iniziali si trasformarono in ricandidature, spesso replicate per decenni. Anche le successive modifiche normative, che hanno cercato di arginare il problema limitando a due i mandati consecutivi per le stesse cariche, non hanno ottenuto risultati definitivi. Questo saggio nasce proprio da qui, dalla volontà dell'autore - docente universitario ma anche avvocato animato da vivo impegno civile - di affrontare temi di strettissima attualità: la politica come professione, la manipolazione delle istituzioni. E, soprattutto, la permanenza in carica, spesso oggetto di interpretazioni che trascurano la ratio e la lettera stessa della legge.